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Videoproiezione “Aborto – le nuove crociate”

Nello scenario dei recenti pesanti attacchi alla Legge 194 – mozione per fondi pro-life approvata a Verona e i tentativi analoghi in altre città – NON UNA DI MENO di Meno presenta in Italia un documentario della TV franco-tedesca Arté che svela i collegamenti tra le dimensioni nazionali e l’offensiva più ampia in corso in Europa, coordinata da una vera e propria lobby europarlamentare.

Non Una Di Meno – Benevento organizza, per il 27 marzo, alle ore 18:30 presso il Centro Sociale Autogestito Depistaggio la videoproiezione del documentario:
Aborto – Le Nuove Crociate (titolo originale “Avortement – Les Croisés Contre Attaquent”) delle registe Alexandra Jousset e Andrea Rawlins-Gaston.

A seguire ci sarà una cena benefit per sostenere la tre giorni femminista di #NonUnaDiMeno in contestazione del Congresso mondiale delle famiglie.
29/30/31 marzo: Verona Città Transfemminista

#ILFILM

x1080-ykQ (1).jpg“I crociati anti-abortisti sono in guerra”, avverte la voce fuori campo: l’oggetto da difendere non è più la tomba di Cristo, ma il sepolcro di embrioni abortiti.

L’inchiesta di Alexandra Jousset e Andrea Rawlins-Gaston, prodotta da Arté nel 2017, racconta di ciò che avviene in Spagna, Portogallo, Ungheria, Polonia e Italia, oltre che in Francia, e svela il dietro le quinte della lobby internazionale anti-abortista, dagli Stati Uniti alla Russia.

In Francia vediamo come lavora il giovane social media manager Emile Duport, fondatore del movimento “Les Survivants” (ovvero chi sopravvive nonostante l’aborto sia legale), che attrae giovani e giovanissimi nella lotta all’aborto attraverso il linguaggio accattivante dei social media. Una “guerriglia digitale” è in corso anche in Spagna, dove Ignacio Arsuaga, capo dell’associazione HazteOir.org, ha fatto dell’attivismo online in suo cavallo di battaglia.

Nei paesi in cui l’aborto è consentito, vediamo come sia spesso un percorso a ostacoli.
In Italia, dove la legalizzazione risale al 1978, il 70% dei medici è ormai obiettore di coscienza grazie a un sistema strutturato per produrre questo risultato. I servizi di IVG in ospedali e cliniche sono saturi, e alle donne viene detto che devono aspettare fino a 6 mesi per abortire (!). Vediamo come funzionano i “cimiteri dei feti”, dove i pro-life recuperano i feti per seppellirli con la benedizione delle autorità e dell’ospedale pubblico e spesso senza che le donne lo sappiano. Una testimone racconta di avere scoperto, solo cinque anni dopo, una tomba con il suo nome di famiglia inciso sulla pietra e la data in cui aveva abortito.

Il documentario dimostra come la lotta contro l’aborto si configuri in campo politico. In Europa, gli attivisti dei diversi Paesi riescono a far sentire la propria voce tramite i Governi. È il caso di Portogallo e Ungheria, dove la legge ormai ostacola in modo strutturale l’accesso all’aborto.

Oltre la politica nazionale, questi leader anti-aborto sono sempre più influenti a Bruxelles, dove hanno fondato una vera e propria lobby, strutturata e organizzata al fine di condurre un attacco mirato al diritto delle donne di autodeterminarsi. Uno degli obiettivi: eliminare i finanziamenti dell’Unione europea per la contraccezione e l’aborto sicuro nei Paesi in via di sviluppo. Nel 2013, la petizione creata su questo “One of us”, a favore della protezione dell’embrione, aveva ottenuto oltre 1,7 milioni di firme online, e vediamo come gli anti-abortisti sono oggi parte integrante del lobbismo europeo.

Il film svela una “guerra” frontale, nell’arena mediatica e politica, condotta attraverso nuove retoriche (dai diritti umani all’ecologia), ma anche un’operazione più ampia che si svolge in silenzio, organizzata oltre i confini nazionali. Aborto – Le nuove crociate è un documento prezioso, di informazione e attivazione, che come Non Una di Meno siamo felici di aver portato in Italia e di poter diffondere.

Per info scrivici a nonunadimenobenevento@gmail.com

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